martedì 18 agosto 2009

la prima di campionato


non so quanti di voi abbiano giocato a calcio e non so quanti di voi si ricordano la prima partita del campionato. Quello da piccoli: i pulcini, esordienti o allievi. Si proprio quella, la prima partita di quando eravamo bambini e l'attesa della partita cresceva di giorno in giorno.
Quel ricordo per me è un'immagine fissa, un'insieme di emozioni e odori che spero di non dimenticare.
Ricordo alla perfezione il campo di Ponte a Greve, ogni singolo metro del campo e degli spogliatoi (ai tempi ancora in lamiera).
Ricordo il mistero, l'attesa e l'ansia della prima lettura della formazione. La prima dell'anno quella che ti dice subito se sei tra i sicuri o tra quelli che devono sperare di giocare. Io sono sempre stato tra i secondi, forse per questo all'arrivo del mister mi gelavo in attesa di quella maglia. Speravo nella 7, spesso era mia, ma come passava mi accontentavo anche della 8, la 9 oppure la 11. Se poi dovevo andare in panchina allora volevo avere la 14.
Calzettoni di lana legati con l'elastico, pantaloncini che spesso mi facevano da gonna, maglia indossata e fuori tutti a scaldarsi fino al richiamo dell'arbitro. La prima chiama dell'anno, emozionante. Non so, era sempre uguale, forse anche insignificante, ma ogni anno era un'emozione diversa.
Tutti in fila si entrava in campo, dietro l'arbitro con il sorriso di chi finalmente gioca, con l'emozione del bambino che sente il suo nome all'altoparlante. Fatte le scelte del "campo o palla", ci schieriamo. Io vado sulla mia fascia, a destra e in attesa del fischio di inizio mi guardo intorno spaesato. Il caldo della domenica mattina di settembre ha seccato il terreno, la poca erba è proprio sulla mia fascia e le tribune sono li a due passi. Posso sentire uno ad uno i genitori incoraggiare i propri figli e tutta la squadra. Posso annusare la tensione degli avversari e la grinta dei pochi che già hanno il dono della concentrazione.
L'arbitro rientra a centrocampo dopo aver controllato le porte, un cenno ai portieri e fischia. Si spezza l'incantesimo, la tensione sparisce, i colori tornano reali e io corro, corro sulla fascia in attesa del lancio.

4 commenti:

  1. noi ci ricordiamo la prima in assoluto:
    Un bambino entra in campo con la maglia senza numero, il numero entrava pari pari nei calzoncini, e appena poteva si metteva a fare
    monticini con la mota per giocare.

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  2. Io me le ricordo eccome le prime volte:
    la prima volta in panchina, la prima in campo titolare, la prima da ala destra (!?!?!?!), la prima da portiere (ebbenesi), la prima da terzino e finalmente la prima da mediano.
    Mi ricordo benissimo anche una prima da terzino nella "Guelfa" dopo anni di inattività e un solo allenamento.
    Mi ricordo anche la prima e unica doppietta (in allenamento), il primo provino fallito con il Cesena, il primo anno dall'altra parte della città nella Rinascita Firenze, la prima con il Geppo Team, la prima dopo che il ginocchio aveva fatto crack (e anche sguisssssh).
    La prima è sempre la prima, indimenticabile, specialmente ora che si sta per avvicinare l'ultima............speriamo il più tardi possibile!!!

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  3. Maso tra un pò ci sarà la prima in allenamento di Manuel, la prima partitella e quindi la prima partita del ficcolo fuoriclasse Masini...

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  4. non mi sarei mai apettato che oltre fotografo diventassi pure scrittore e anche uno scrittore prolifico visto anche i testi sul giappone, forse un po' troppo lunghi ma rivelatore della tua sconosciuta passione per la scrittura

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