Saltapicchio Piccolo Drago
Tanti tanti anni fa nella verde contea del Galles del nord
la signora di tutti i draghi era finalmente diventata mamma. L’erede al trono
che tutto il popolo dei draghi rossi alati sognava da tempo era finalmente
nato. Uno splendido piccolo drago rosso, con le alette ancora non molto grandi
e con i dolcissimi occhi azzurri che caratterizzano questa specie.
Nello stesso momento nel villaggio di Gordon la moglie del
più umile contadino del reame mise al mondo una splendida bambina. Margot era
davvero bella, una splendida pelle olivastra e capelli rossi tipici delle
migliori dinastie gallesi.
Passarono i mesi e gli anni i due crebbero tranquilli e
felici coccolati dai propri genitori ognuno ignaro della presenza dell’altro.
Il piccolo drago era ormai adolescente, 12 anni non sono
molti per un drago, ma è esattamente il periodo in cui inizia a volare. Ma lui
no. Lui non aveva ancora preso il volo, saltellava qua e la come un bambino
felice, ma nel suo cuore la tristezza iniziava a crescere. Non riusciva a
volare e per tutti era diventato Saltapicchio il drago saltellante. Nei
pomeriggi d’estate saliva sulla vetta della montagna di Prontr e lontano da
sguardi indiscreti provava a volare. Correva e correva, raggiungeva il punto
prescelto e saltava, saltava per volare… oppla… ma poco dopo riatterrava e le
ali sbattevano senza prendere aria.
La splendida Margot era ormai diventata una bellissima
ragazzina, al mattino andava a scuola e al pomeriggio aiutava il babbo nei
campi. Portava le sementa, raccoglieva i frutti dell’orto e cercava le piante
medicinali.
Un giorno mentre cercava “l’orma del drago” una pianta
medicinale che cresceva sulle pendici del monte Prontr udì in lontananza degli
strani rumori. Qualcosa stava rimbalzando pochi metri più in alto di dove si
trovava lei. Incuriosita dai rumori si arrampico sulle rocce del pendio e
raggiunse la vetta. L’altopiano davanti a lei era colmo di vegetazione,
tantissima era medicinale tra le quali piante di “orma del drago” che erano più
alte di lei. Stupita dell’insperata scoperta inizio a raccogliere le foglie
verdi delle piante dimenticandosi dei rumori.
Saltapicchio era ormai sfinito aveva provato per oltre tre
ore a spiccare il volo invano e le lacrime ormai avevano invaso il suo viso
rosso fuoco. Sconsolato decise di tornare verso la caverna della madre.
Due occhi azzurri erano spuntati davanti agli splendidi
occhi verdi di Margot, la piccola rimase di sasso.
Saltapicchio alzò gli occhi e vide una splendida bambina
davanti a se, due occhi verdi smeraldo lo stavano fissando immobili, e piano
piano si stavano riempiendo di lacrime.
“Signor Drago la prego non mi mangi” disse Margot
“Non saprei proprio perché dovrei farlo “ rispose
Saltapicchio.
I due rimasero ancora
qualche minuto a fissarsi fino a quando la piccola domandò “come mai
stai piangendo? Non conosco molti draghi, ma dovreste essere forti e senza
paura”
Saltapicchio, ancor più rattristito spiegò alla piccola
amica che non riusciva a volare e che tutti i suoi tentativi erano andati a
male. Che non voleva essere chiamato saltapicchio e che se non poteva volare
non sarebbe stato mai il re di tutti i Draghi. Margot si ricordò di quando non
riusciva ad andare in bicicletta e penso a come doveva sentirsi il drago, così
disse “ se vuoi ti aiuto io”
“Ma come puoi fare te umana a farmi volare?” disse
Saltapicchio
“Ancora non lo so, ma possiamo provarci” rispose la piccola
“Va bene, io sarò qui tutti i pomeriggi, vieni anche te e
proviamo insieme”
Margot torno a casa entusiasta e felice, dimenticandosi
l’erba medicinale. Così appena raggiunto il padre non sapendo come
giustificarsi disse di aver incontrato un Drago che non sapeva volare e di
essersi dimenticata l’erba medicinale. Il padre non le credette e deridendola
le disse di tornare a casa e di pulire la stalla per punizione. Margot obbedì
senza discutere ancora troppo eccitata per l’accaduto.
Saltapicchio non raccontò niente a casa dell’accaduto, le
regole erano regole e la mamma era stata chiara “Nessun rapporto con gli umani,
sono pericolosi “.
Nei giorni che seguirono i due si incontrarono ogni giorno
sulla vetta della montagna, ma i tantativi di volare erano stati vani. Ne le
grida di incitamento di Margot, ne gli sforzi di saltapicchio avevano dato buoni
esiti.
Nel pomeriggio del venerdì Margot arrivo nel campo
dell’incontro con un bellissimo libro preso in prestito dalla biblioteca del
paese e lo aprì davanti al drago. Sfogliò il libro fino ad arrivare a delle
illustrazioni in cui si vedevano Draghi rossi adulti cavalcati da principesse
gallesi dai folti capelli rossi. Senza dirsi niente i due pensarono la stessa
cosa, ma le reazioni furono diverse.
“Non vorrai mica cavalcarmi? “ disse il drago
“Assolutamente no, ho anche paura dell’altezza e poi non si addice ad una signora cavalcare i
draghi” rispose sentita la bambina.
“Certo…” sospiro Saltapicchio
“Certo cosa?” domando Margot.
“certo se questo fosse l’unico modo per volare potremmo
provare qui, tanto non ci vede nessuno”
“uhhh e potresti anche rimanere a bassa altezza?”
“Certamente” rispose sorridendo il drago.
Erano contenti, entusiasti e ansiosi di provare. Cercarono
una pietra più alta per agevolare Margot a salire sulla schiena del giovane
Drago.
“Oppla” e Margot era su Saltapicchio
“Non mi tenere per le orecchie”, “metti i piedi più bassi”
gridava saltapicchio
“non muoverti velocemente casco” rispondeva Margot
pochi istanti le
grida si trasformarono in risate.
“Proviamo?”
“Si, pronta?”
“Vai!”
Saltapicchio inizio a correre velocemente. Margot teneva le
scaglie del collo del Drago come fossero redini di un cavallo. Saltapicchio
salto, Margot impaurita si aggrappò al collo e così saltapicchio atterrò
subito.
“Scusa, mi sono impaurita, riproviamo” disse Margot.
Il drago riprese lo slancio per il volo e saltò, stavolta
Margot usò le scaglie come avrebbe dovuto fare e il drago sbattè le ali
velocemente. Qualche istante e … volò!! Il drago stava volando, volteggiava
sulla montagna con Margot felice ed eccitata che rideva e rideva.
Un attimo e le paure del drago erano sparite. Un attimo e le
paure della bambina erano sparite.
Due
amici che avevano coronato un sogno.
Mi ero colpevolmente perso questo splendido post! Per uno scrittore "nelle intenzioni" come me, leggere racconti ispirati come questi sono fonte di una sana invidia.
RispondiEliminaComplimenti e sono molto orgoglioso di leggerlo "completato" dopo aver avuto una preziosa anteprima!
Un abbraccio forte, a te, Saltapicchio e Margot