lunedì 3 agosto 2009

Diario di Viaggio del 31 Agosto

(siamo tornati e ci stiamo riprendendo dal fuso orario, riporto qui quanto scritto nel diario di viaggio durante il trasferimento da Beppu a Tokyo, 7 ore di treno)

... durante il viaggio sono fisso a guardare il finestrino. Fuori, li ad un passa da me, ma solo per alcuni istanti, ci sono le tante facce del giappone.
Ci sono i campi di riso allagati oppure già maturo.
Ci sono i tanti, forse troppi, edifici da gioco. Il pachinko qui è una venerazione e nei vari scorci non mancano le sue insegne colorate.
C'è il castello di Himeji come al solito a sovrastare la piccola cittadina, a guardia di una storia troppo stesso persa in incendi o nei bombardamenti della seconda guerra mondiale.
C'è il lungo ponte di Kobe che si vede a stento tra un palazzo e l'altro.
Ci sono tantissime insegne, scritte a noi sconosciute che sicuramente rimarranno una dei ricordi più vivi.
Ci sono le varie stazioni dove la gente va e viene frettolosamente tra una coincidenza e l'altra. E poi c'è un ragazzo che saluta e corre lungo il binario, forse un pezzo del suo cuore si sta allontanando.
Ci sono i tanti palazzetti tagliati a metà per imparare lo swing del Golf e i tantissima campi di Baseball.
Ci sono, sparsi qua e la, nel verde dei campi o tra le mura dei palazzi, i tantissimi templi. La loro presenza ci ricorda come il giappone sia molto credente. Più per paura o scaramanzia che per reale fede.
Ci sono le tanti verdi colline che, appena uscite dalla città, fanno da contrasto con le tantissime fabbriche.
C'è il bambu, lungo un fiume o su per le ripide colline, è li a rapprentare un'immagine conosciuta del giappone
Ci sono i tantissimi treni, dai più tecnologici ai locali vecchio stile. Quest'ultimi colorati in vario modo raggiungono i paesini più remoti. Nel paese della Toyota, Honda, Subaru e Suzuky il mezzo più efficente e più utilizzato è ancora il treno!
E infine c'è lui, anzi ci doveva essere il Fuji-san. Il monte Fuji si è nascosto ai nostri occhi come un bambino vergognoso fa con la sottana della mamma. Va be, il simbolo del giappone non l'abbiamo visto, magari un giorno sarà la scusa per ritornare.

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